Enotria, terra degli Enotri ma anche terra del vino: questo è l’appellativo che gli antichi greci diedero al Sud Italia, con particolare riferimento alle colonie ioniche del Metapontino. Questo spiega tante cose di questa terra e, soprattutto, fa capire che le radici della tradizione enogastronomica sono davvero molto remote.

Cercando di analizzare quella che è la storia del vino lucano, si deve sottolineare che ha inizio nel lontano 1300 a.C. La provincia di Matera non si scopre solo ora produttrice di vino, ma, come si intuisce, lo è sin dalla comparsa della civiltà in queste terre. Per la storia di Matera e la sua provincia, il vino è anche elemento unificatore di culture diverse che si sono succedute nei secoli in queste fertili terre. Il vino diviene così espressione di intercultura e non ci potrebbe essere nulla di migliore per una terra così bella e florida come la Basilicata. Inoltre, si deve sempre ricordare che il vino del materano è riuscito a ottenere la Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 2005 e da quel momento la mantiene, grazie anche alla qualità sempre molto alta del prodotto finale.

La Doc Matera si compone di sei vini ed è l’ultima arrivata nel panorama del vino lucano.

È riservata a quei vini che rispondono a determinate condizioni e requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti etichette:

• Matera Primitivo
• Matera Rosso Jonico
• Matera Rosso (Moro)
• Matera Greco
• Matera Bianco
• Matera Spumante

I vini a denominazione di origine controllata “Matera”, che vengono prodotti secondo pratiche come da tradizione, in recipienti di legno, possono, proprio per questo, essere caratterizzati dal lieve sentore delle botti.

Le sei diverse tipologie si differenziano per processi produttivi ed uve impiegate nella vinificazione. Si va dal Primitivo che impiega quasi totalmente l’uva omonima, Primitivo appunto, minimo al 90%. Inoltre, possono concorrere alla sua produzione anche altri vitigni a bacca rossa, in coltivazione nella provincia di Matera, fino ad un massimo del 10%.

Segue il Rosso Jonico, composto da uve Cabernet Sauvignon, minimo 60%, Merlot, 10% e Primitivo, minimo 10%. A questa miscela possono essere aggiunti altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, autorizzati per la provincia di Matera, fino ad un massimo del 10%. Un uvaggio più internazionale caratterizza il Matera Rosso (Moro), che prevede un minimo di Sangiovese al 60%, Aglianico, sempre minimo al 10% e la stessa percentuale di Primitivo, con la concessione di altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, come per il precedente Rosso Jonico, autorizzati per la provincia di Matera, ma fino ad un massimo del 20%.
Per il Matera Greco, che è un bel bianco, si utilizza principalmente il Greco bianco, che deve avere una percentuale minima dell’85%. Possono concorrere alla sua produzione anche altri vitigni autoctoni a bacca bianca, come il Malvasia Bianca di Basilicata, ma non oltre un 15% di percentuale.

E le stesse uve bianche, ma in percentuali diverse, concorrono anche alla produzione del Matera Bianco, portando al 70% la percentuale del Malvasia Bianca di Basilicata e come minimo al 10% il Greco Bianco, sempre con una ulteriore concessione per altri vitigni non aromatici, autorizzate per la vinificazione, fino ad un massimo del 20%. Infine, esattamente dagli stessi vigneti e con le medesime percentuali che danno le uve per il Bianco, ma con un diverso processo di vinificazione, si ottiene, solo per fermentazione naturale, il Matera Spumante, ottimo a tutto pasto o come aperitivo.

La zona di produzione del vino a denominazione di origine controllata Matera Rosso, Rosso Jonico, Primitivo, Greco, Bianco e Spumante si riferisce ad un ampio territorio, che comprende i Comuni di Bernalda, Calciano, Cirigliano, Colobraro, Craco, Ferrandina, Garaguso, Gorgoglione, Grassano, Grottole, Irsina, ovviamente la stessa Matera, Miglionico, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Nova Siri, Oliveto Lucano, Pisticci, Policoro, Pomarico, Rotondella, Salandra, San Giorgio Lucano, San Mauro Forte, Scanzano Jonico, Stigliano, Tricarico, Tursi, Valsinni.

Per ottenere la denominazione di origine controllata è importante che l’intero processo di vinificazione avvenga solo nel territorio regionale, mentre le uve possono essere prodotte in vigneti coltivati fino a 700 mt s.l.m. Per i vari vigneti è prevista una produzione massima di 10 tonnellate per ettaro.

Ma i vini della Lucania non finiscono qua ed è, pertanto, doveroso citare anche gli altri, che non vengono prodotti a Matera o in provincia ma che, comunque, fanno parte della tradizione vinicola lucana. Si deve, pertanto, menzionare  l’Aglianico del Vulture, riconosciuto vino DOC nel 1971. Furono i Greci prima e i popoli Osco-Sanniti dopo, seguiti dai Romani, ad impiantare sui dolci declivi delle colline del Vulture, la vite, il famoso ceppo Hellenico, padre dell’attuale vitigno-Aglianico.

Una particolarità di questo vino è che non può essere messo in consumo prima del 1° Novembre dell’anno successivo alla vendemmia, mentre  può avere la qualifica di “vecchio” se maturato per almeno 3 anni in botti di legno e con gradazione minima di 12°. Le uve maturano tardivamente ed hanno grappoli medi più o meno serrati con buccia spessa, di colore violetto. L’Aglianico accompagna perfettamente i piatti della cucina lucana, dai primi a base di pasta condita ai secondi a base di carni lungamente cotte o grigliate.

A seguito del riconoscimento ministeriale del luglio 2005, che, come abbiamo detto, ha insignito della Denominazione d’Origine Controllata i vini prodotti nella provincia di Matera, si è costituito il Consorzio di Tutela Vini Matera DOC. Raggruppa molte Aziende del territorio, ubicate in aree che vantano significati storici e culturali notevoli, tradizionalmente vocate alla viticoltura e alla produzione vinicola.

Le tecniche che vengono impiegate dalle Case Vinicole del Consorzio sono tra le migliori nel settore agricolo, vere e proprie eccellenze territoriali, che mirano a esaltare, ma anche e soprattutto a preservare, le caratteristiche dei terreni e le straordinarie proprietà organolettiche dei relativi prodotti, nel rispetto della sostenibilità e delle leggi di produzione.

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